“Io penso che il mercante oggi possa essere paragonato al consigliere del principe cinquecentesco. Credo che il mercante venga prima di ogni altra figura nel sistema dell’arte, anche prima del critico, perché il primo atto di critica è l’acquisto di un’opera. Se io, mercante, compro un quadro da un artista, dò implicitamente un giudizio sull’opera”. Luciano Pistoi (Roma, 1927 – Santa Maria, Siena, 1995) è stato uno dei più influenti galleristi italiani. Da Torino a Roma, la sua presenza ha caratterizzato quella fase ormai leggendaria dell’arte contemporanea che va dall’Informale alla Transavanguardia, dall’Espressionismo astratto all’Arte povera: Fontana, Burri, Manzoni, Cy Twombly, Pollock, Merz, Paolini, Schifano, Ontani sono soltanto alcuni fra gli artisti sostenuti da Pistoi. Questa lunga intervista, raccolta da Franco Fanelli l’anno prima della scomparsa di Pistoi, è una lucida quanto irriverente analisi dei meccanismi che regolano il funzionamento del sistema del contemporaneo: le gallerie, le aste, i musei, la critica, i collezionisti.