L’immagine pura è, nell’essere, il terremoto che apre la falla della presenza. Questa frase riassume il nucleo della nuova teoria dell’immagine che da qualche anno si va delineando con sempre maggiore chiarezza nel pensiero di Nancy e che accompagna il suo progetto di una decostruzione del cristianesimo. Attraverso tre punti di vista o tre angolature diverse l’immagine nel suo rapporto con la violenza e con la verità, nel suo rapporto con il sacro, nel suo rapporto con la rappresentazione possibile o impossibile della Shoah – si critica la concezione dell’immagine come mimesi o copia della cosa per attribuirle invece una “presenza reale”, una presenza che non è in alcun modo quella dell’empiria, ma che anzi ne attraversa e ne incrina la compattezza opaca.