Parole veementi, gesti inconsulti, una violenta scarica di adrenalina: l’ira è il più devastante dei sette vizi capitali. È come il fuoco, vi brucia e brucia chi vi sta intorno. La mente non trova pace se la rabbia attizza la voglia di vendetta. Tutto ciò che normalmente porta piacere o, addirittura, felicità perde immediatamente il suo fascino nel momento in cui ci si incollerisce. Autore di best seller e autorevole studioso del buddhismo e della filosofia orientale, Robert Thurman ci offre in questo libro uno scenario illuminante sul più mortale dei peccati. In Occidente, sottolinea l’autore, l’ira è considerata una componente inevitabile della vita, un male da sopportare, non da vincere. La tradizione narra di un Dio adirato, di Gesù che caccia i mercanti dal tempio. Se Dio perde le staffe, come possono gli uomini pensare di affrancarsi da questa emozione distruttiva? La filosofia orientale guarda all’ira in modo diverso. Di certo è uno dei “tre veleni” alla radice della sofferenza umana, ma il buddhismo insegna che può essere annientata. Anzi, la sconfitta dell’ira non solo è possibile, ma è anche una delle cose per cui vale la pena di ingaggiare una lotta. Alla fine scopriamo che, quando questa furia selvaggia è dominata dalla saggezza, diventa la forza più immane a nostra disposizione per liberarci dal dolore.