L’ Italia non esiste (per non parlare degli italiani)
Lingua: Italiano
L’Italia non è mai stata una nazione, e non lo sarà mai … L’unità d’Italia che pomposamente si festeggia o si dileggia, a seconda delle opportunità politiche, è la più grande catastrofe abbattutasi sulla nostra penisola … I soli ad avvantaggiarsene veramente sono stati i preti, che hanno esteso i confini dello Stato della Chiesa fino a farli coincidere con quelli della penisola. L’Italia unita è un ipertrofico Stato pontificio, dal quale ha ereditato le sue due caratteristiche principali: la corruzione e l’ipocrisia. Con queste considerazioni Fabrizio Rondolino inizia un’amara e pungente rilettura della storia italiana, nel centocinquantesimo anniversario dell’unificazione. Alla vigilia di quel processo, la penisola offriva esempi di ottima amministrazione. Oggi, invece, l’Italia arranca nelle retrovie di tutte le graduatorie; penultimi al mondo per tasso di crescita nei primi dieci anni del millennio. Questo inesorabile declino è il punto di arrivo di un’unificazione forzata e innaturale, di centocinquant’anni di politica corrotta, viziata dal trasformismo, chiusa a ogni innovazione. Attraverso una riflessione che passa per Dante e Machiavelli, Leopardi, Manzoni, Prezzo-lini e molti altri scrittori, l’autore ricostruisce con vivacità la nostra parabola storica. La conclusione è impietosa: l’Italia di oggi, incattivita e piena di rancori, non ha niente da lasciare in eredità ai propri figli, neanche l’allegria e la spensieratezza che un tempo gli stranieri ci invidiavano.
La rivoluzione che stavamo aspettando. Ecologia profonda, educazione etica e consapevolezza per vivere la crisi come rinascita
Lingua: Italiano
Questo libro è il testamento politico-sociale di Claudio Naranjo, un testo che non lascia indifferente chi lo legge. In pagine dense di sapere e rimandi ai più grandi pensatori mondiali, l’autore propone un percorso per raggiungere una maggiore consapevolezza e una massa critica tale da consentire un cambiamento nella coscienza globale. Naranjo dedica riflessioni illuminanti al significato della libertà e dell’educazione, riassume le caratteristiche salienti della sua psicologia degli enneatipi, ovvero della visione integrativa della personalità, e si sofferma sul contributo della meditazione al processo di scoperta del sé. I capitoli conclusivi sono dedicati al programma SAT, elaborato nell’omonimo Istituto da lui fondato nei primi anni ’70, e alle modalità atte a umanizzare le imprese per riumanizzare la società e cambiare l’economia. In chiusura il volume rilancia uno dei nodi centrali della riflessione contemporanea: la necessità di una nuova coscienza per cambiare il mondo. Un libro dedicato a chi guarda con inquietudine e volontà di cambiamento lo stato attuale del pianeta e dello sviluppo umano.
Comunicare responsabilmente. Etica e deontologie dell’informazione e della comunicazione
Lingua: Italiano
In una società che cambia a ritmo vertiginoso; che rinnova se stessa e ridefinisce i propri confini alla stessa velocità con cui la tecnologia innova forme e strumenti della comunicazione; in cui una norma corre il rischio di essere vecchia prima ancora della sua entrata in vigore; dove l’individuo non vive più una sola volta, ma tante quante sono gli avatar che lo rappresentano sulla Rete; in cui Internet è diventata un’insostituibile e irrinunciabile modalità di partecipazione del vivere quotidiano; dove la crossmedialità impone di saper praticare testi e scenari fino a pochissimi anni fa nettamente distinti l’uno dall’altro… In questo contesto, l’etica assume un ruolo ancor più rilevante di quanto non abbia fatto in passato, quando i confini erano meglio definiti e i ruoli più cristallizzati. Tuttavia, non c’è nulla di apparentemente più complicato che parlare o scrivere di etica, soprattutto in relazione a quella galassia poliedrica e multiforme nata e consolidatasi attorno ai media. Eppure, niente e nessuno più della mediapolis necessita oggi di fondarsi su valori etici condivisi, su quell’etica della responsabilità cui la società chiede che si ispirino tutti i professionisti della comunicazione: pubblicitari, comunicatori d’impresa, lobbisti, comunicatori istituzionali, giornalisti.
Vivere la vita che ci capita, portare sulla pelle e nelle ossa il peso della nostra esistenza e provare a sopravvivere sempre e comunque. Alice sa che la vita può prenderti in giro con la sua forza, le sue illusioni e le sue speranze. È una ragazza poco più che ventenne e dentro di sé conserva la storia di un breve ma intenso vissuto: l’essere una figlia adottata, platonicamente innamorata di un padre buono ma disorientato come Raimondo e in continua competizione con una madre dominante, Delia, cardiochirurgo ossessionata dalla morte e dal fermarsi dei cuori. Alla ricerca di un baluardo dove arrestarsi per riprendere fiato, Alice si ritrova imprigionata nelle parole di Ana e dei suoi seguaci. Ana è la dea dell’anoressia, è la trasfigurazione del corpo, la sublimazione dell’anima. “Stringimi prima che arrivi la notte” è la storia di un’apparente disgregazione familiare vicina alla vita di ognuno di noi più di quanto siamo disposti ad ammettere. È la storia dell’abbandono progressivo e progettato del proprio corpo ma è anche il racconto di un amore universale che insegna il senso del dolore e del perdono, un amore che non riesce a fermarsi davanti alle insidie del vivere e che ricerca la felicità nel quotidiano e nelle persone. Un romanzo corale sulla difficoltà dell’esistere ma anche sulla meravigliosa bellezza del genere umano.
E’ un grandioso palcoscenico, la Loira. Un andare di castello in castello, come i trovatori che nelle corti medioevali portavano il soffio di leggende arcane, la malia di amori cortesi. Per un secolo la Francia ha legato al corso del celebre fiume la sua storia. Principi e re, cortigini e regine, duchi e favorite hanno abitato castelli principeschi: mossi da una mano invisibile che regge le fila delle loro memorie, sembra che scendano ancora scaloni di pietra, tramino vendette nell’oscurità di studioli segreti, danzino sulle note lievi di liuti e ribeche nei grandi saloni, al bagliore dei camini. Come una fiaba la Loira racconta la sua leggenda, perché solo a un mondo fatato sembrano appartenere le sontuose dimore che vedrete in questo volume.
Will Trent è considerato uno dei migliori agenti del Georgia Bureau of Investigation. Eppure, quando una studentessa del college locale viene brutalmente assassinata, il suo supervisore Amanda Wagner lo tiene fuori dal caso. Will non riesce a comprenderne il motivo fino a quando i due non si incontrano in un orfanotrofio abbandonato: il luogo in cui Will aveva trascorso la sua infanzia dopo che la madre era stata uccisa e il padre incarcerato per omicidio. I due detective scopriranno presto che ciò che li lega non è solo un rapporto di lavoro, ma una traccia sepolta a metà degli anni Settanta, quando Amanda era una giovane agente di polizia alle prese con un ambiente ostile alle donne e Will un bambino che stava per perdere tutti i suoi sogni. Una traccia che dovranno seguire e affrontare, a costo di aprire ferite che sembravano rimarginate, per impedire che l’orrore del passato li travolga di nuovo.
Rapinatore per gioco. Storia vera di un ludopatico
Lingua: Italiano
Il giocatore d’azzardo esprime un ego che non riesce a controllare. Perde l’affetto dei suoi genitori, il bene della ragazza che ama, la sincerità delle amicizie. Si circonda solo di persone interessate a procurarsi denaro da consumare nel gioco, al casinò, alle corse dei cavalli, frequentando bische clandestine. Paolo Pennacchione è il protagonista di questa storia vera. Nato a Ortona in provincia di Chieti, da una famiglia di umili origini, viene sopraffatto dal suo bisogno irrefrenabile di denaro da puntare al tavolo da gioco o su una tris di gare di cavalli. A un certo punto, il suo bisogno patologico del rischio, della scarica adrenalinica, gli impone di alzare il tiro. Iniziano i suoi rocamboleschi “prelievi illegali” come rapinatore di banche. A poco più di trent’anni si rende artefice di quaranta rapine, per un totale di alcuni milioni di euro. Si aprono i cancelli della prigione, che lo custodiranno per qualche tempo. Chiede e ottiene misure alternative. Le sfrutta non per restare a casa e meditare sui suoi sbagli ma come occasioni per continuare a realizzare altre rapine e altre puntate al gioco di cui non può farne a meno. Ritorna in carcere. Entra e esce. Per un periodo si trasferisce in Spagna. Guadagna anche qui il “privilegio” di un posto nelle prigioni andaluse. Presentanzione di don Luigi Ciotti.
Ludwig von Mises ha scritto questo saggio nel 1944, durante una devastante fase della storia, la cui tragicità lo aveva spinto a rifugiarsi come esule politico negli Stati Uniti. Mises aveva già direttamente assistito ai grandi rivolgimenti europei del Novecento. E aveva la maturità dello studioso sempre impegnato a investigare sulle ragioni della libertà. È così che getta una potente luce sul fenomeno burocratico. Contrappone la società basata sulla proprietà privata e sul mercato a quella che tali istituzioni sopprime o tiene solo nominalmente in vita. La prima assicura l’autonomia individuale e controlla l’efficienza delle sue transazioni tramite il sistema dei prezzi e il calcolo. La seconda fa a meno della libertà individuale e perde ogni mezzo di controllo economico; non ha alcuno strumento sostitutivo: tutto discende dalla decisione politica e dall’attivazione di immani e inefficienti apparati amministrativi. Il fenomeno burocratico colpisce anche le società libere: perché Stato e burocrazia vanno di pari passo. Limitare l’intervento della mano pubblica significa perciò porre nel contempo una frontiera all’espansionismo burocratico. È questa la via maestra per difenderci dalla burocratizzazione sociale e dal restringimento dello spazio dell’autonomia individuale e della creatività. Prefazione di Lorenzo Infantino.
America e libertà. Da Alexis de Tocqueville a George W. Bush
Lingua: Italiano
America è il nome del Paese che ha costruito la democrazia moderna, ha liberato il resto del mondo dalle peggiori avventure liberticide, diventando la patria dei diritti civili, il difensore dei diritti umani, il luogo e il simbolo della libertà. L’altra America, quella di Martin Luther King e di Robert Kennedy, incarna la speranza che l’intelligenza politica abbia il sopravvento sull’antico e rozzo strumento della guerra come esibizione di potenza. Questo libro riflette sulle ragioni di quella speranza, per tornare a immaginarla il grande punto di riferimento della civiltà democratica, restituendo alle parole chiave della storia americana – uguaglianza, rispetto dei tre poteri democratici, garanzia delle minoranze – il loro senso.
I progressi delle neuroscienze hanno aperto nuove prospettive nel campo della neuropsicofarmacologia, in particolare per quanto riguarda la sintesi di nuove molecole con maggiore efficacia terapeutica e minori effetti collaterali. Nei 34 capitoli di questo trattato, che si avvale dei contributi di alcune tra le più prestigiose scuole di psichiatria e psicofarmacologia italiane, gli autori affrontano sia gli aspetti generali dell’uso degli psicofarmaci nella pratica clinica, sia gli aspetti più attuali sui meccanismi d’azione dei diversi farmaci in relazione al loro profilo farmacologico, clinico e tossicologico, sia infine le principali strategie per un utilizzo razionale dei diversi composti nelle patologie psichiatriche e nei pazienti a rischio. Il volume si rivolge non solo agli psichiatri, ma anche ai neurologi, ai geriatri ai medici di medicina generale e a tutti gli specialisti che utilizzano questi farmaci nella pratica clinica o vogliono approfondire le loro conoscenze in questo campo.