Cristiano Dalpozzo
Fuori campo
Lingua: Italiano
Il peso e l’importanza di quanto implicitamente celato dall’immagine cinematografica sottopongono a pressione i margini di ogni singolo fotogramma impresso sulla pellicola o realizzato digitalmente. L’implicito, il non visto, l’invisibile e il non detto si fanno dimensioni altrettanto importanti di quanto mostrato e detto. La dimensione liminare dell’immagine cinematografica, per sua stessa natura autoreferenziale – i cui meccanismi e la cui struttura si mettono in luce proprio grazie al dialogo tra il visibile e l’invisibile che questa suggerisce e contiene – fa del fuori campo un simbolo, una metafora dell’invisibile e dello spirituale, di un qualcosa in grado di costruire e definire un “altrove più radicale”. Il fuori campo, nel suo dialogo ininterrotto con il campo, caratterizza in sostanza un tipo di immagine intesa come soglia verso il possibile e il potenziale fino a configurarsi come luogo privilegiato di un’eccedenza latente.
Indice:
Premessa
1. Definizioni
1.1 Approcci
1.2 A tutto c’ è un limite
1.3 Centro di gravità permanente
1.4 Questioni di punti di vista
1.5 Lo “sguardo mobile”
1.6 Punti ciechi
2. Classificazioni
2.1 I sei segmenti
2.2 La regola delle regole
2.3 Un campo, tanti spazi
2.4 Un campo, tanti suoni
2.5 La solitaria regina dei sensi
2.6 Il tricerchio
3. Teorie
3.1 Cornici e finestre
3.2 Vedo e non vedo
3.3 Lo spazio discorsivo dello spettatore
3.4 L’ implicito e la focalizzazione
3.5 La vita da sola
3.6 Uno sguardo dall’ al di qua
3.7 Dettagli e totalità
3.8 La zona d’ ombra
3.9 Soglie
3.10 Visibile e invisibile
3.11 Il simulacro e l’ invisibile
3.12 A proposito di soglie
3.13 Tempo d’ ek-stasis
3.14 Nuove soglie
3.15 Che cos’ era l’ immagine cinematografica
Filmografia
Bibliografia
Nota sull’Autore
Cristiano Dalpozzo è docente di Storia dei media e di Storia e critica del cinema presso lo IUSVE (Istituto Universitario Salesiano Venezia). Al lavoro di ricerca affianca l’attività di copywriter, autore e regista freelance.
Tra le sue pubblicazioni, in questa collana, ricordiamo il volume monografico Michel Gondry. Il gioco e la vertigine (2011).