Tifare l’Inter è un viaggio sulle montagne russe: si sale sul tetto del mondo e l’anno dopo si sprofonda nel girone di Coppa Uefa. L’Inter è il pianto disperato di Ronaldo il 5 maggio 2002 e i tituli conquistati uno dopo l’altro sino al triplete. Campagne acquisti mirabolanti e una processione mitica di flop. Ritratto di una tifoseria unica, che alla passione per il calcio mescola l’utopia di un mondo senza confini, dove non ci sono più stranieri ma soltanto talenti puri e semplici. Il decalogo dell’interista raccontato con i tweet dell’hashtag “#amalaperché”, la parola chiave con cui su Twitter gli interisti hanno manifestato la loro fede alla squadra dopo la sconfitta bruciante contro l’Udinese. In ogni capitolo i miti e i riti della religione interista. I nerazzurri come medicina contro il conformismo del bianco e nero. E poi l’interismo rivoluzionato dal comandante José Mourinho. Lo shock che ha spezzato la sindrome della sconfitta e l’antico richiamo della foresta: tornare a essere beneamati e perdenti. Una guida per affrontare le nuove sfide dell’insostenibile leggerezza dell’essere interisti.