Ettore Mo ha visitato in un lungo viaggio in Siberia molte isole dell’Arcipelago Gulag, la rete di campi di lavoro e di prigionia in cui hanno sofferto milioni di vittime del comunismo sovietico, e ha raccolto le storie drammatiche che i sopravvissuti raccontano. Con la stessa umanità il giornalista descrive altri inferni, come l’Aghanistan e l’America Latina dilaniati dalla guerriglia e dall’oppressione. Ma il mondo di oggi non è solo un cumulo di macerie provocate dalla sopraffazione, dall’odio, dal cieco fanatismo ideologico. Ci sono persone che, in silenzio, cercano di costruire, invece di distruggere: come le bambine israeliane e palestinesi che insieme danno vita a un giornale a Tel Aviv.