Renart è la volpe che tutto il mondo inganna, che raggira amici e nemici, che non rispetta patti né giuramenti, che profana tutti i sacramenti, che compie cento delitti ed esce impunito da ogni processo; è l’incarnazione medievale dell’Imbroglione presente nelle mitologie primordiali e l’antesignano di molti furfanti e libertini della letteratura moderna. Il Medioevo ci ha consegnato le sue avventure in una serie di racconti in francese antico, in cui la tradizione della fiaba di animali è rivitalizzata grazie all’innesto del folklore e al travestimento burlesco degli ideali della società feudale. Comicità e trasgressione, parodia e sperimentazione romanzesca sono il sale di questa epopea, che attira nelle spire dell’astuzia volpina il lupo Isengrino e il gatto Tibert, il gallo Chantecler e l’orso Bruno, la lupa Hersent e ancora la cincia, il corvo, il cervo, il tasso, il cinghiale… insomma, tutta la società degli animali su cui regna con scarsa convinzione Nobile il leone. Per la prima volta tradotte fedelmente in italiano dai testi originali, le storie di Renart contenute in questo volume sono quelle che la tradizione filologica ha distinto come branches 2 e 5a (il Roman de Renart di Pierre de Saint-Cloud), 3 (Renart, Isengrino e i pesci), 4 (Renart, Isengrino e il pozzo), 1 (il processo di Renart). Testo a fronte dall’edizione di Ernst Martin, versione italiana, introduzione note di Massimo Bonafin.