A cominciare da un fortunato titolo di Ardengo Soffici pittore e letterato, poeta giornalista, organico alle vicende italiane dell’arte dal futurismo al tempo del ritorno all’ordine, il primo e maggior sostenitore di Rosso in patria. all’inizio del secolo, per tutto il Novecento, Medardo Rosso è stato definito un caso. Questo volume si presenta come un lavoro di catalogazione e studio, promossi da Danila Marsure Rosso, dell’intero patrimonio di opere, libri, documenti, lettere e altre cose dello scultore, conservato integro attraverso tre generazioni al Museo e Archivio Rosso di Barzio. In una sezione, Medardo Rosso fotografa le sue sculture, o si serve del lavoro di un professionista. Poi fotografa le fotografie, passando da un supporto all’altro con un processo di trasformazione parallelo all’opera in bronzo, cera e gesso, da un massimo di chiara inconsistenza a un opposto eccedere di corpo, sordità e quotidiana esistenza. Percorre il nesso tra Scultura e Fotografia che passa dalla luce, ma anche poi il ritorno dall’immagine alla tridimensione, in oggetti ancora senza nome.