“Perché è nato Lord ed è alto più di sei piedi!”. Questa, nelle parole di John Keats, la vera ragione dello strepitoso successo di George Gordon Byron. E c’è già, in questo sferzante giudizio, lo sguardo che osa spingersi oltre la barricata di una leggenda vivente, di Byron e soprattutto del “byronismo”, di un’efficacissima costruzione di sé quale luciferino seduttore, signore dei salotti londinesi. Riprendendo l’intuizione keatsiana, Franco Buffoni ci svela definitivamente l’uomo Byron: capace di amare soltanto ragazzi, ossessionato dal rimpianto per il suo grande amore perduto, Edleston, in una società quella inglese del primo Ottocento – in cui l’omosessualità era punita con la gogna e l’impiccagione. Dietro la maschera del fratellastro incestuoso e dell’homme fatal, c’è dunque la verità di un’intera vita in fuga, costretta a celare un segreto “infamante” conosciuto solo da pochi. Tra questi, il servo-amante Fletcher, coetaneo di Byron, che in questo libro rivela molte vicende finora taciute nelle biografie ufficiali del poeta: dall’iniziazione alla corte di Alì Pascià in Albania, durante il grand tour, al suo innamoramento non corrisposto per Shelley, dal misero fallimento del suo matrimonio di facciata alla passione per Lukas, giovane patriota con cui Byron si legò durante la sua ultima, fatale avventura politico-militare in Grecia.
“… nelle pagine che seguono ho affrontato Tolkien partendo non dalle sue opere maggiori, ma da quelle considerate secondarie e – nel secondo capitolo – più elementari, nella convinzione che se ne potessero trarre elementi utili allo studio dell’”Hobbit” e del “Signore degli Anelli”. Si prenderanno quindi le mosse dal “Silmarrillion”, che è un ambizioso tentativo di scrivere una saga nordica in tempi moderni, per passare poi – con un notevole calo di tono – alle operette che Tolkien scriveva per i suoi figli o per puro svago …” (M. Morini)
La traduzione è un’arte che matura nella pratica e per diventare (buoni) traduttori non esiste altra via se non quella del tradurre quotidiano. Ma è possibile trarre insegnamento dalla pratica altrui? Si può andare ‘a bottega” da un traduttore? L’autore di queste pagine pensa di sì: c’è modo di sostenere e favorire il processo di apprendimento e migliorarne la qualità, attraverso l’uso di esempi, l’esplicitazione di strategie, procedure e strumenti, la previsione degli errori. Questo volume si rivolge ai traduttori in erba, agli studiosi di traduzione e ai professionisti desiderosi di aggiornarsi su teorie, strategie, procedure e strumenti messi a punto dai maggiori esperti del settore negli ultimi cinquant’anni. Il traduttore è accompagnato nelle fasi di analisi del testo, stesura e revisione, ma anche nella riflessione critica sul proprio lavoro e sulle aspettative di lettori, recensori, committenti.
Che cosa sono le parti del discorso e a che cosa servono? Quante e quali sono? In base a quali criteri si individuano? La classificazione tradizionale (nome, aggettivo, verbo ecc.) è adeguata per una descrizione scientifica dei fenomeni linguistici? In questo volume le classi di parole della grammatica tradizionale e le loro definizioni e suddivisioni interne sono confrontate con i criteri che la linguistica moderna utilizza per descrivere i fatti linguistici. Da questo esame emergono i punti forti e le debolezze della dottrina tradizionale e alcuni principi su cui basare una sua revisione.
Valutazione e partecipazione. Metodologia per una ricerca interattiva e negoziale
Lingua: Italiano
Che cosa significa valutare gli interventi e i servizi sociali (sanitari, assistenziali, formativi, ecc.) in una società complessa e democratica? La valutazione è materia riservata a esperti, decisori e management oppure possono (e devono) entrare in gioco altri attori sociali (operatori e cittadini in primis)? La partecipazione può essere ridotta alla mera somministrazione di questionari di soddisfazione ai “clienti”? E questi “clienti” sono davvero “al centro”, come recita la vulgata corrente? Il volume risponde in modo approfondito a questi interrogativi sulla base dell’esperienza di molti anni di studi, ricerche, consulenze, corsi e saggi. Il testo propone un ampio ventaglio di tecniche di ricerca sociale e valutativa, in un’ottica di integrazione metodologica, con un’approfondita disamina critica dell’uso e dell’abuso dei questionari, un’attenzione alle prassi dell’osservazione e della narrazione, un rilievo specifico alle tecniche di gruppo in quanto particolarmente coerenti con un’ottica partecipativa. Interrogandosi anche sulle nuove opportunità offerte alla ricerca dall’informatica e dal web.
Slow wine 2016. Storie di vita, vigne, vini in Italia
Lingua: Italiano
In Slow Wine non ci sono solo giudizi e descrizioni organolettiche delle etichette, ma una vera e propria narrazione del vino dove la conoscenza profonda e diretta delle cantine e dei vini è assoluta protagonista. In Slow Wine 2016 troverete i Vini Slow, portatori di valori qualitativi, culturali, di tradizione e di sostenibilità, i Grandi Vini, etichette eccellenti, e i Vini Quotidiani, il meglio a meno di 10 euro in enoteca. E per le aziende gli stessi valori sono espressi da tre simboli: la Chiocciola, la Bottiglia e la Moneta.
Linguistica del testo. Principi, fenomeni, strutture
Lingua: Italiano
Che cos’è un testo? Come si organizza il suo contenuto? Quali sono i fenomeni e le strutture semantiche che lo caratterizzano? Quali i dispositivi linguistici che mettono in scena la sua organizzazione? Il manuale risponde a queste domande offrendo conoscenze e strumenti concettuali di analisi che, da una parte, permettono di capire qual è in generale la natura di un testo e, dall’altra, consentono di descrivere in modo rigoroso la struttura di testi specifici. Le conoscenze e gli strumenti proposti, costantemente accompagnati da ampie e dettagliate esemplificazioni, sono raggruppati in quattro parti, dal generale al particolare: fondamenti, sistemazioni, approfondimenti, variazioni.
Strateghi del potere. Gesù Cristo, lo psicoanalista, lo schizofrenico e altri ancora
Lingua: Italiano
Chi sono gli strateghi del potere? In questo testo, che può a ragione essere definito un classico, Jay Haley dispiega il suo intelligente umorismo in capitoli intitolati “Le tattiche di potere di Gesù Cristo”, “L’arte di essere schizofrenico”, “L’arte di fallire come terapeuta”, “Come avere un pessimo matrimonio”. Da Gesù Cristo, il primo ad aver avuto l’idea di rovesciare il sistema costituito organizzando gli oppressi, alle famiglie in crisi, passando per lo psicoterapeuta insicuro e lo schizofrenico deciso a rimanere tale, tutti si muovono in situazioni paradossali e usano strategie che mostrano la forza straordinaria della debolezza. L’autore Jay Haley (1923-2007) è stato uno dei fondatori della terapia familiare e della scuola di Palo Alto e ha collaborato con grandi studiosi, come Gregory Bateson e Milton Erickson.
Superando di slancio le premesse alessandrine e tardo-antiche, il romanzo francese del Medioevo, con le sue propaggini provenzale e iberica, presenta grande varietà di esiti e spregiudicatezza sperimentale. Il volume offre il quadro complessivo degli sviluppi nel tempo e nello spazio dei diversi tipi e sottogeneri del romanzo medievale, precursore di quello che sarà il genere narrativo principe dell’età moderna. Pur rivolgendo la dovuta attenzione agli autori e ai testi canonici – come Chrétien de Troyes o i due “Tristani” -, l’autrice non manca di trattare opere meno note e meno valorizzate, sottolineando la loro importanza per i raffinati espedienti strutturali, per l’abile ricorso alle tecniche narrative o per l’efficacia nel rappresentare i diversi aspetti del reale.
Il Rinascimento ha concettualizzato il valore del tempo umano, quello che tinge le cose e le consuma e imbianca i capelli e copre i corpi di segni; il tempo in cui si nasce e ci si sviluppa e si acquista un volto e lo si perde per sempre. Il Rinascimento ha attribuito un significato alle ore, agli istanti, alle scadenze; al passare dei giorni, delle famiglie e degli imperi. Queste righe danno un’idea del tipo di indagine che “Rinascimento” propone. Attraverso un riesame delle interpretazioni più rilevanti, comprese le prime occorrenze dell’immagine palingenetica, e alla luce di numerosi esempi letterari – antichi e moderni, noti e meno noti – si definiscono i simboli di tutta una nuova sensibilità, dominata dalla coscienza della perdita e dall’amore del frammento. Il Rinascimento non va ridotto semplicemente al senso metaforico del termine, come hanno fatto troppo a lungo i dibattiti dei critici, ma incarna una cultura storica che ha collocato l’esperienza vissuta al centro di qualunque discorso, e risposto anche agli eventi più distruttivi, finché ha potuto, con la sua fiducia nel confronto tra i diversi punti di vista e nel libero pensiero.