Settima edizione del noto dizionario dei film, che unisce una scrittura chiara ed efficace a un’attenzione al fenomeno cinema, in grado di coniugare rigore enciclopedico e curiosità cinefila, storia del cinema e influenze culturali e sociali. Il “Dizionario dei Film 2006” è stato aggiornato e arricchito con i film usciti negli ultimi due anni – nelle sale ma anche in cassetta, in DVD o programmati per la prima volta nei canali tematici – e con tante nuove schede di film importanti, curiosi o solo strani usciti nei cento e più anni di vita della settima arte: in totale oltre 20.000 schede.
Torna il Mereghetti uguale e rinnovato insieme. Uguale perché mantiene l’impostazione di fondo che l’ha reso un successo editoriale: una scrittura chiara, un’attenzione al fenomeno cinema che sa coniugare il rigore enciclopedico con la curiosità cinefila, la storia del cinema con le influenze culturali e sociali. Rinnovato perché è stato aggiornato e arricchito con i film usciti negli ultimi due anni e con tante nuove schede di film importanti, curiosi o solo strani usciti nei cento e più anni di vita della settima arte. Un totale di quasi 20000 schede, cui si aggiungono gli indici potenziati dei registi, dei titoli originali, degli attori e delle attrici che lo rendono uno strumento indispensabile di ricerca.
Alberto Farassino è stato il più instancabile e il più vario degli scrittori di cinema della sua generazione: non pose limiti alle pagine, alle forme e ai modi del suo agire. I duemila e più pezzi da lui scritti per “la Repubblica”, qui antologizzati raccogliendone circa trecento, riassumono tutto il destino della critica cinematografica ospitata dai quotidiani italiani che in quel periodo vede restringersi i suoi spazi sino al limite della estinzione fisica. Farassino intuisce, precorre, analizza condivide e infine subisce questa sorte, distribuendo nei suoi saggi editi (Camerini, De Santis, Godard, Gli uomini forti, la Lux, il neorealismo, Gitai, De-pardon, Ruiz, gli apolidi) tutto quel che non potrà mai più stare dentro un giornale stampato in Italia.
Sebbene il mondo di Star Trek sia palesemente situato nel futuro, i personaggi che lo popolano riflettono i costumi e la cultura del nostro tempo. Forse è per questo che prima le serie televisive e poi i film ci hanno sempre affascinato. Star Trek ci rammenta che, nel XXIV secolo, i grandi problemi morali aspettano ancora di essere risolti. Perché il male è più forte del bene? Il potere corrompe davvero anche l’individuo più onesto? Gli esseri razionali sono gli unici ad essere degni di rispetto? Da Aristotele al signor Spock, da Kant al capitano Kirk, il passo è fattibile, ci dicono gli autori.
Il volume è il catalogo della mostra (Torino, Palazzo Bricherasio 19 giugno 25 agosto 2002), che raccoglie le fotografie scattate da Giuseppe Tornatore nella cittadina di Novij Urengoi, in Siberia. Attraverso l’obiettivo del regista-fotografo il lettore si intrufola nelle case, nei mercati, negli ospedali, negli uffici, nelle fabbriche di questa città di centomila abitanti che appena diciotto anni fa non esisteva ed è tuttora assente dalle cartine geografiche.
Nato in Ohio, Dino Crocetti ha preferito una strada tortuosa: da benzinaio a pugile a operaio in un’acciaieria e poi esattore per una banda locale. Tutto questo prima di incontrare il suo grande amore: la canzone, che gli diede la popolarità. I lati oscuri della voce di “That’s amore” sono raccontati in una ricostruzione scritta da un celebre autore di biografie di divi dello spettacolo: Nick Toshes. Dai giorni migliori e più fortunati della sua carriera tra Hollywood e Las Vegas al tramonto malinconico nell’alcol e nell’oblio, la vita di Dean Martin è concentrata in queste pagine scritte con maestria.
Eragon è diventato un film della Twentieth Century Fox. Nel cast, al fianco di Ed Speelers, giovane attore di talento al suo debutto cinematografico, il premio Oscar Jeremy Irons, Djimon Hounsou e John Malkovich. “Mythic Vision” racconta particolari curiosi dei giorni in cui Christopher Paolini, chiuso nella sua stanza, dava vita alla storia di Eragon, ma soprattutto svela i segreti del film, le tecniche impiegate per creare al computer il drago Saphira, le ricostruzioni in Ungheria dei paesaggi mozzafiato di Alagaësia, e molto altro ancora.
Immagini della desocializzazione. Il cinema americano dall’etica del classicismo all’etica postmoderna (1960-2000)
Lingua: Italiano
“Immagini della desocializzazione” completa il panorama storico del cinema americano nel Novecento analizzato dall’autore nel volume “La Hollywood classica”. Se il cinema hollywoodiano conquistò il mondo affidandosi ad un’etica umanista e cristiana, nel corso del tempo questa caratteristica originaria si è persa. La tesi presentata in “Immagini della desocializzazione” è che a partire dagli anni Sessanta del secolo passato potenti spinte nichiliste e antiumaniste hanno attraversato il cinema americano. Hollywood, superato il “canone classico”, è tornata a dominare l’universo della celluloide. Addirittura surclassando il cinema europeo non solo nella produzione commerciale, ma anche in quella d’autore. Abbiamo così opere non troppo distanti rispetto ai kolossal del passato (i blockbuster dal 1980 ad oggi lo dimostrano chiaramente) e opere radicali, formalmente eccellenti, espressione però di un’etica postmoderna che in maniera crescente sta trasformando la cultura americana. È il sintomo di un inarrestabile declino morale, così come è successo al cinema europeo dopo il 1968? Saranno gli anni futuri a rispondere a questa domanda.
Riconoscere il ventaglio delle esperienze teatrali in Italia è il primo scopo di questo volume: dal teatro pio di cui può essere autrice anche una donna, nella Firenze di Lorenzo dei Medici, al teatro come svago per l’aristocrazia raccolta in una corte attorno al signore; dalle sperimentazioni cinquecentesche ai trionfi, in Italia e in Europa, dell’opera e della mescolanza di musica e parola (che è il motivo per cui ancora oggi l’italiano è giudicato una lingua musicale); dalle serve goldoniane che parlano in dialetto (ma in versi) o, se si preferisce, in versi (ma in dialetto), alle acerbe critiche dell’antigoldoniano Gozzi, fino agli sviluppi ottocenteschi e del primo Novecento.
Il vizio è arrivato a Boscobasso, approfittando di una delle grandi passioni dei suoi abitanti: le bocce. Il maresciallo Bellomo capisce fin dal giorno dell’inaugurazione che il nuovo bocciodromo gli darà dei problemi, ma trovarsi subito alle prese con una rissa, un caso di scomparsa e un’indagine che non s’ha da fare gli sembra un po’ troppo. D’accordo, i campionati provinciali si avvicinano e serve un locale dove il loro miglior giocatore, Dermille Valcarenghi, possa allenarsi come si deve con la squadra. Ma è proprio necessario affidarlo a una barista brasiliana così sexy e così disponibile? Nel volgere di pochi giorni la febbre del gioco e dell’intrigo dilaga nel paesino e tra adulteri reali e presunti, maldicenze e drammi della gelosia si rischia la tragedia vera. Non si salva nessuno: il rude oste Raffaele, il rigoroso appuntato Cannizzaro, l’impeccabile perpetua Franca… L’unico a fare i conti con la propria coscienza, a quanto pare, è il parroco don Fausto. Vale più la finale del campionato o l’anima delle sue pecorelle? In questo nuovo episodio della commedia di paese di Marco Ghizzoni, il maresciallo Bellomo e la sua sgangherata squadra tornano protagonisti di una storia d’amore e menzogne che si tinge di giallo, nell’irresistibile estate di Boscobasso: la più calda delle stagioni.