Federico Barbarossa e Beatrice di Borgogna. Re e regina d’Italia
Lingua: Italiano
Il misterioso intreccio di bene e di male presente nel cuore di ogni uomo, nella vita di Federico Barbarossa si è manifestato con le con traddizioni più grandi. Lo stesso uomo che scese in Italia per uccidere, incendiare e devastare, che ordinò feroci mutilazioni e saccheggi, quello stesso uomo amò teneramente una giovane donna e una nidiata di figli. Colui che per tanti anni portò in Italia la guerra, alla fine della vita si convertì alla pace e volse l’ultimo sguardo ancora più lontano, a Gerusalemme. Federico A. Rossi di Marignano rievoca le sei discese in Italia del Barbarossa nel tentativo che fece, durante ventanni, di sostituire alla struttura democratica dei Comuni italiani quella autoritaria e centralizzata dell’impero. Di fronte ai soprusi imperiali i Comuni italiani seppero invece superare le antiche inimicizie e allearsi tra loro, sconfiggendo alla fine il Barbarossa a Legnano il 29 maggio 1176. Ricorrendo alla viva voce dei cronisti coevi, seguendo un rigoroso ordine cronologico, l’autore descrive i luoghi, le condizioni di vita, le vicende personali e politiche dei protagonisti, ricordando quel che dissero, quel che fecero e perché.
Un viaggio nella stregoneria attraverso il tempo e le culture. Perché si crede alle streghe? A quali paure e speranze danno corpo? Fra antropologia e storia, un itinerario attraverso il tempo e le culture per identificare i tratti comuni della stregoneria, della caccia alle streghe e della lotta alla superstizione.
Difficile dire quali pensieri passano dietro i suoi occhi bellissimi ed enigmatici. Dolce o severa, solare o misteriosa? Natalia Titova ha incantato il pubblico non solo con la sua straordinaria bravura e la perfezione delle sue performance a Ballando con le stelle, ma anche grazie alla personalità e all’eleganza di una moderna principessa, inaccessibile e fragile allo stesso tempo. Ecco la sua storia, il racconto delle sue emozioni, delle sue paure, dei suoi sogni. Già, i sogni… Natalia scrive per chi la segue con affetto e per tutti coloro che rincorrono un sogno. Il fascino della danza, le luci e le ombre del mondo dello spettacolo, i segreti per diventare una grande ballerina, l’amore, le sfide… Il suo successo – conquistato al prezzo di grandi sacrifici -, e la sua intera esistenza sono la dimostrazione che la passione è la spinta magica per realizzare i propri desideri.
La depressione dopo il parto. Il rifiuto e l’abbandono dei bambini. Migliaia di mamme e di figli piccoli travolti all’improvviso da un dramma che li accompagnerà lungo l’intera esistenza. Ferite e dolori di solito confinati nel chiuso delle famiglie, e che divengono pubblici quando sfociano in una delle tante tragedie riportate sulle prime pagine dei giornali e destinate a diventare argomento dei talk show televisivi. Se ne discute e se ne dibatte, poi le si dimentica. La vera causa sta nel primo atto: la normalità inascoltata del malessere psicologico che segue il parto. Adele Grisendi, attraverso la sua esperienza e quella della madre Iolanda, racconta una di queste storie senza tempo e da sempre sottovalutate. Una storia che inizia con il presentarsi repentino di una forma grave di psicosi che provocherà l’internamento di Jolanda all’ospedale psichiatrico di Reggio Emilia per quasi un anno. Dopo la guarigione, al ritorno in famiglia, nella cascina della campagna reggiana, la mamma ritroverà la sua bambina di quattordici mesi, ma patirà il trauma di non riconoscerla e di averla dimenticata. Cominceranno allora i giorni e gli anni segnati per entrambe dalla difficoltà di accettarsi. L’autrice offre un libro toccante, di stati d’animo duri e dolci insieme, che rievoca la sofferenza provata nell’infanzia, nell’adolescenza e nell’età più matura. E che ci presenta il “punto di vista” di entrambe le vittime del male oscuro.
Roberta Tatafiore ha dedicato la sua esistenza a difendere i diritti delle donne e a lottare, da donna e da giornalista, contro ogni forma di limitazione della libertà personale. Ma cos’è la libertà personale quando è la vita stessa a sembrare una costrizione? L’8 aprile 2009 Roberta ha ingerito un cocktail letale di farmaci, dopo mesi di isolamento e silenzio. Era in un albergo della capitale, a due passi da casa. Con la stessa serenità con cui Sylvia Plath prima di uccidersi ha imburrato il pane per i figli, Roberta ha lasciato agli amici una pacata lettera di congedo: “La mia è stata davvero una scelta. Una scelta a lungo riflettuta, preparata, accompagnata dalla stesura di un diario”. È proprio questo memoriale a rivelarci un percorso che nulla ha a che fare con il suicidio per come lo immaginiamo. La sua è un’uscita di scena consapevole: la lucida e razionale “composizione di una morte”, come lei stessa la definisce, con un richiamo simmetrico e contrario a Comporre una vita, il celebre saggio di Mary Bateson. È la decisione di una persona che ha vissuto pienamente coltivando sino alla fine le sue passioni: il senso profondo della letteratura – che nelle opere della stessa Plath, di Marina Cvetaeva e di Amelia Rosselli diventa meditazione sul suicidio – e l’impegno civile, ispiratore anche di quest’ultimo gesto, un gesto politico, “il salto nel vuoto di chi non sa adeguarsi alla norma”.
Questo libro ha due protagonisti: Marilyn Monroe e l’amore. L’amore cercato, implorato, abusato, abortito, sorpreso, illuso, scoperto, perduto. L’amore che fa vivere e morire. L’amore negato dell’infanzia, la pazzia della madre, l’orfanotrofio, la violenza sessuale. Era amore, o lo diventò, quello per il campione di baseball Joe DiMaggio. Si fece fotografare accanto a lui, antesignana e maestra di tutte le odierne fidanzate dei calciatori. Ma poi non sopportò la sua gelosia, lui che la costrinse a indossare due paia di mutandine per girare la mitica scena della gonna alzata dal vento. Scelse l’amore il giorno in cui Aristotele Onassis le fece una proposta indecente: per rilanciare l’immagine del Principato di Monaco la voleva sposa del principe Ranieri. Lei preferì sposare Arthur Miller , e proprio da questa sua rinuncia nacque la favola parallela di Grace Kelly. Ci furono anche amori di passaggio, Yves Montand, Tony Curtis, Marion Brando. Fu l’amico Frank Sinatra infine a fare da ruffiano con John Kennedy, ad aprirle le porte dell’ultimo sogno, il più ambizioso. Quel leggendario Happy Birthday Mister President che fece infuriare la signora Jackie Kennedy, fu forse il suo ultimo, sublime canto del cigno. Dopo restano soltanto telefonate imbarazzanti di una Marilyn distrutta al centralino della Casa Bianca e la voglia di smetterla di soffrire per amore.
Lo psicologo e la progettazione. In ambito clinico, sociale, evolutivo e del lavoro
Lingua: Italiano
Il testo può essere riferito ai diversi indirizzi: clinico, sociale, del lavoro, dello sviluppo. 1. Il concetto di progetto: un’introduzione teorica su cosa significhi progettare e sui vantaggi dell’approccio per progetti; 2. Progettazione e project management: i principi generali per l’elaborazione e la gestione di progetti in diversi ambiti applicativi; 3. L’elaborazione di progetti in ambito psicologico: metodologia ed accorgimenti per elaborare un progetto coerente ed attuabile; 4. Esempi applicativi: progetti svolti in diversi ambiti tematici che possano fungere da guida e riferimento.
Troppo fiera, troppo fragile. Il romanzo della Callas
Lingua: Italiano
Il 16 settembre 1977 Maria Callas moriva a Parigi per un collasso cardiocircolatorio. Paranoica e sola, dopo una vita e una carriera sfolgoranti, in cui era diventata in tutto il mondo la Divina, si era ritirata in una triste clausura. A trent’anni esatti dalla sua morte ecco il primo romanzo sulla sua avventurosa e travagliata esistenza firmato da Alfonso Signorini, nelle inedite vesti di appassionato melomane e documentato biografo. La passione per la Callas ha condotto l’autore a visionare amorevolmente centinaia di lettere autografe che la Divina vergava in brutta copia prima di inviarle agli amici più cari o, in numerosi casi, a se stessa, in una sorta di intimo diario. Partendo da questo materiale inedito e di grande rilevanza, Signorini abbandona i consueti sentieri della biografia per avventurarsi nella ricostruzione della vita della leggendaria cantante, estrapolandola direttamente dal suo emozionante epistolario: un romanzo in cui accanto alla Callas rivivono icone senza tempo come Marilyn Monroe, Grace Kelly, Marlene Dietrich. Una storia tragica di amore e di morte, spesso segnata da presenze inquietanti e invisibili che prendono corpo per la prima volta in queste pagine. Un romanzo in cui la Callas assume le sembianze delle eroine a cui, per tutta la sua vita artistica, prestò voce, anima e sentimenti.
Il romanzo si impernia attorno a un’esperienza psicanalitica che l’autrice affronta dopo un episodio di depressione che la porta a un tentativo di suicidio. Attraverso il corpo a corpo con l’analista, l’autrice rivendica la propria autonomia, il proprio diritto a vivere non secondo le regole di una asettica normalità ma seguendo le proprie passioni. La difficoltà di essere amata, di farsi riconoscere, di scrivere di sé con sconcertante sincerità: un grido di ribellione contro l’omologazione di una società conformista e priva di fantasia.
Se si cerca una parola è possibile trovarla nello Zingarelli. Se si cerca un film lo si trova nel Mereghetti. Se si cerca un gossip, una rivelazione, un tendenza la si trova nel “Signorini”. Alfonso Signorini è re del gossip made in ltaly. Da professore di greco al liceo classico a icona del pettegolezzo di rango – televisivo, cartaceo e radiofonico – Signorini ha ridefinito i canoni del cosiddetto “rumor”: i suoi scoop sono sempre brillanti, documentati, i suoi commenti puntuali e taglienti e, sebbene non vi sia personaggio più impertinente, i suoi fan più accaniti sono proprio le sue vittime, i vip.