Contrario a un facile ottimismo e incline invece alla speranza intesa come virtù teologale che impegna allo spasimo, l’autore affronta una realtà vera e, per certi aspetti, allarmante: oggi i cattolici sono una minoranza, arrivati a qualcosa che assomiglia alla diaspora. Si sentono appagati di essere in pochi, di essere degli eletti, di aver liberato la comunità cristiana dai fedeli appena sufficienti nella vita di fede. Non accettano le mezze misure. E, di solito, quando si fa la conta, si mettono tra i perfetti. Il motto è: meglio pochi, ma buoni. Cosa fare? La risposta di Maggiolini non lascia spazio a dubbi: la Chiesa, seguendo l’intenzione di Gesù, non ha mai programmato un gruppo di affezionati, magari un poco schizzinosi, come suoi membri.