La generazione che Ronnie Pizzo racconta ha vent’anni e non ha altro che se stessa. Si muove tra discoteca, scuola e festini, senza riuscire mai a sentirsi adulta. Per sconfiggere la noia del vuoto in cui galleggia, usa metodi e strategie che sono già stati sperimentati dalle generazioni precedenti: corse in macchina e gare mortali sui cavalcavia come riti d’iniziazione di gruppo, cocktail di droghe che diventano via via più pesanti. E poi il sesso, naturalmente, casuale e confuso. Una generazione fotografata per quello che è, senza moralismi né tenerezze. Ma Ronnie Pizzo sfugge al romanzo generazionale perché ci racconta tutto correndo, con sequenze da videoclip, quasi una versione cartacea del film “Lola corre”.