Un esteta, una esuberante baronessa francese e un decoratore di talento nel 1924 scoprono sulla sponda della Riviera del Brenta, non lontano da Venezia, un capolavoro di Andrea Palladio caduto in abbandono. Vi si stabiliscono, lo restaurano in modo singolare e nelle sue sale accolgono esponenti illustri della cultura e delle avanguardie europee: fra questi Serge Diaghilev, Boris Kochno, Serge Lifar, Misia Sert, Robert Byron e Le Corbusier. La famosa villa diviene così una sorta di contrappeso al Lido di Venezia, ove le celebrità, attratte dal Festival del Cinema, ascoltano canzoni di Cole Porter e imparano ad amare il jazz. L’introduzione in Italia delle leggi razziali e l’entrata in guerra dell’Inghilterra contro il regime nazista spazza via questo mix di intellettuali, artisti di avanguardia ed esponenti delle varie élites o aristocrazie europee che costituisce il terreno di cultura in cui è germinato il concetto stesso di modernità.