Sbattuto fuori di casa dal patrigno a tredici anni, Frank si barcamena tra i nonni paterni, la strada, le sbronze. Fino a che non entra in contatto con il cameratismo degli skinhead. A qualcuno importa di lui, finalmente. Così è pronto ad assorbire tesi deliranti ma che sembrano suonare così irrevocabilmente giuste sulla supremazia bianca, sui “negri”, sugli ebrei, a festeggiare il compleanno di Hitler, a farsi tatuare una enorme svastica sul collo. Sono anni di esaltazione e disordine. Frank fa carriera, alimentato da un odio che scorre in lui purissimo. Ha solo sedici anni e comanda una delle più famigerate gang di naziskin della east coast. Poi conosce leader di gruppi che vanno dalla Fratellanza Ariana al Klu Klux Klan. Diventa una sorta di celebrità. Quando insieme ad altri due skin gira un video mentre torturano un ragazzo, viene arrestato, ma in ogni prigione qualcuno legato alla Fratellanza Ariana lo protegge dai rischi peggiori. È proprio in carcere che Frank impara che i “negri non sono poi così diversi”, che ci si può giocare a football insieme, parlare perfino. Liberato sulla parola, comincia a cambiare. Sbronze e Doc Martens ai piedi, ma le battute razziste non fanno più ridere come prima. E quando, al funerale di uno dei big dei Suprematisti, Frank è l’unico a non alzare il braccio nel saluto nazista, viene additato come un traditore. E attirato in un agguato. Da allora cerca di salvare gli altri dall’odio che ha rischiato di divorarlo.
SMS. Straordinaria fortuna di un uso improprio del telefono
Lingua: Italiano
Secondo il comico Enrico Bertolino, SMS vuol dire Solo Messaggi Stupidi. Qualcun altro opta, più maliziosamente, per Se Mamma Sapesse o Scrivi Maledetta Stronza. Qualunque significato vogliamo attribuire all’acronimo, non dobbiamo dimenticare che il fenomeno è esplosivo: il 3 maggio 2001, a Hannover, ha avuto luogo la prima messa via SMS. È utile anche sapere che, per innamorati pigri, esiste un sito (www.smslove.com) con “le più belle frasi d’amore” già pronte per la spedizione. Sono molte le notizie curiose che troverete in questo libro, una sorta di vademecum sui desideri e le paure che spingono a digitare sulla tastiera, una guida sulle forme che può assumere il modo di comunicazione più “a la page”.
Un papà alternativo è un libro sulle meraviglie, le angosce, le bassezze e le fesserie che costellano la vita dei genitori di oggi alle prese con il più estremo degli sport estremi: l’allevamento dei figli. Neal svela con grande candore le battaglie quotidiane, le vergognose viltà e i compromessi di lungo periodo che il suo nuovo ruolo gli impone. Con un divertentissimo miscuglio di scetticismo, autoironia e vero e proprio amore per le peggiori assurdità della vita, finisce per offrire un ritratto fedele di quello che potrebbe diventare un nuovo modello di famiglia per il XXI secolo: una famiglia nella quale genitori più o meno responsabili (ma non esattamente ortodossi) crescono bambini finalmente in grado di riconoscere la differenza tra i Ramones e i Sex Pistols.
“Il tengu”, una specie che si diceva fosse scomparsa ed estinta da tempo, sembra segretamente esistere ancora. Si tratta di Wakaba, la cui forma spirituale è quella di un pipistrello, a causa della sua particolarità è in grado di cambiare la natura del proprio corpo. Il destino lo legherà indissolubilmente a un uomo di sangue nobile. Inoltre, dopo un lungo susseguirsi di spiacevoli malintesi, Hiromasa e Shima, con la nascita dei loro figli, riusciranno finalmente a diventare una coppietta felice.
Taricone. La vita che desideri. Sogni, pensieri e giorni da guerriero
Lingua: Italiano
E se non puoi la vita che desideri cerca almeno questo per quanto sta in te: non sciuparla nel troppo commercio con la gente. Konstantinos Kavafis. Questi versi Pietro aveva voluto tatuarseli addosso, portarli con sé sulla pelle. Forse per ricordarsi ogni giorno che il tempo è prezioso, che possiamo tenere in mano le redini della nostra vita e scegliere chi vogliamo essere e chi vogliamo avere vicino. Pietro Taricone ha scelto di vivere una vita normale, lontano dai riflettori, in una casa in campagna costruita con le sue mani, con la donna che amava, la figlia che lo faceva diventare “una mozzarella” e i suoi adorati cavalli. Pietro Taricone è stato l’unico concorrente del GF a non diventare “Pietro del Grande Fratello” ma a fare del suo stesso nome un’icona. E poi è stato uno che ha detto di no quando tanti avrebbero detto sì, studiando e lottando per meritarsi il mestiere che sognava. Pietro Taricone è l’uomo che ha detto: “La vita è troppo bella e preziosa per restare alla finestra e non sporcarsi le mani. Non voglio arrivare a ottant’anni e accorgermi che ho vissuto un equivoco. Che ho consumato, e basta. Non mi avranno”. (Introduzione di Aldo Grasso)
Marco Biagi è stato appena ucciso. Prima e dopo di lui, gli omicidi di Massimo D’Antona e di Emanuele Retri. E poi le rapine, gli attentati. Il Paese precipita di nuovo nell’incubo degli anni di piombo. Ma il mosaico di sangue che i terroristi delle nuove Brigate rosse hanno iniziato a tracciare è solo all’inizio e stanno per colpire ancora una volta. Mentre un gruppo di investigatori tra Roma, Firenze e Bologna tenta di svelare le identità degli appartenenti all’ultima, feroce colonna armata del partito combattente e a impedire il compimento dell’attacco allo Stato, sui fronti opposti di questa guerra due donne intrecciano in maniera imprevedibile i loro destini. Lucia Cardini è una moglie innamorata, una madre amorevole e conduce un’esistenza tranquilla, borghese. Eppure, quando le esigenze lo richiedono, Lucia si trasforma in “Federica”, militante rivoluzionaria, combattente spietata, fedele alla causa brigatista. Serena D’Amico è un commissario di polizia che ha sacrificato la sua vita alla caccia ai terroristi. Il suo compito è quello di dare un nome e un volto all’imprendibile Federica. Ma dalla terrorista e dalla sua vita nascosta Serena finirà per restare ossessionata. Finché scoprirà di essere legata alla brigatista da un episodio, doloroso e terribile, del suo passato. Sullo sfondo autentico delle ultime vicende della lotta tra Stato e BR, un romanzo che immagina quello che avrebbe potuto accadere e svela quello che per poco non è realmente successo.
Poteva andare peggio. Mezzo secolo di ragionevoli illusioni
Lingua: Italiano
Comincia in tono confidenziale il lungo viaggio di Mario Pirani attraverso ottant’anni di vita italiana. Dall’infanzia, alla giovinezza, trascorsa durante un periodo tra i più bui del Novecento. Nell’atmosfera colma di speranze dell’immediato dopoguerra, l’impeto creativo del marxismo togliattiano indurrà il giovane Pirani ad accogliere il verbo comunista. Ma dopo i sanguinosi fatti di Ungheria del 1956 e l’aspro dibattito che si aprì all’interno del partito, anche per Pirani arrivò il giorno in cui tutto “suonò assurdo”. Nel 1961 la “cesura netta” della sua esistenza, che lo porta a uscire dall’”Unità” e dal Pci e accettare un’offerta di lavoro all’Eni di Enrico Mattei. In queste pagine – che si concludono alla soglia dell’avventura professionale del quotidiano “la Repubblica” – Pirani rievoca, alternando cronaca personale e memoria storica, una stagione “felice quanto illusoria”. Il suo sguardo, sempre penetrante ma anche ironico e divertito, riesce a evocare, al di fuori di ogni posa oleografica, una folla variegata di personaggi in una sorta di personalissimo spettacolo del Novecento italiano. Al termine di una lunga stagione nella quale molte delle “ragionevoli illusioni” degli uomini e delle donne usciti dalla guerra non si sono realizzate, Poteva andare peggio sembra volerci dire, con il timbro del volontario disincanto, che l’impegno di una generazione non è stato del tutto vano.
Questa è la storia di un uomo che si è battuto per i diritti del suo popolo: gli Ogoni. I suoi discorsi, la straordinaria capacità di mobilitare le masse, la notorietà presso la gente lo hanno reso il bersaglio principale del governo militare nigeriano, che ha reagito decretando il suo assassinio. In occasione del decimo anniversario della sua esecuzione, avvenuta il 10 novembre 1995 per impiccagione insieme ad altri otto militanti del Mosop (il Movimento per la sopravvivenza del popolo Ogoni), è stata pubblicata una nuova edizione di questo libro – con la prefazione del premio Nobel Wole Soyinka – che contiene il suo diario del mese e un giorno di detenzione nel 1993 – vera e propria autobiografìa politica – il suo straziante testamento, rivolto al giudice del tribunale militare che lo aveva condannato a morte, alcune lettere della corrispondenza con gli amici, quelle di cordoglio inviate alla famiglia da personaggi illustri come Nelson Mandela, Ethel Kennedy, Chinua Achebe, Ben Okri, Harold Pinter, Salman Rushdie, Arthur Miller, Susan Sontag, Alice Walker, Fay Weldon, Nadine Gordimer, e le commoventi lettere scritte dal figlio al padre dopo la sua morte. Un duro atto d’accusa al regime nigeriano e alla multinazionale Shell, che solo nel 2009 è stata condannata a risarcire la famiglia Wiwa per la perdita di Ken e gli Ogoni per i danni causati al territorio e la ripetuta violazione dei diritti umani fondamentali.
Helen è un cocker spaniel di dieci anni che Eileen e Ben raccolgono in una gelida serata d’inverno nel parcheggio di un ristorante. Helen è una sopravvissuta, ne ha passate tante ma finalmente trova una casa accogliente. Poi le viene diagnosticato un tumore e la prognosi non lascia alcuna speranza. Eileen e Ben vorrebbero solo che potesse vivere fino alla fine dell’estate, vorrebbero portarla al mare, vederla correre sulla spiaggia e nuotare, per una volta almeno. In poche parole, vorrebbero un miracolo. Cleo è un pinscher nano da cui Sandi non si separa mai, nemmeno nei viaggi in aereo. Ci sono molte ragioni per cui uno sceglie di condividere la vita con un animale domestico, ma per Sandi questo legame speciale è qualcosa che viene da lontano, viene dall’infanzia. Cleo si procura una brutta frattura, arriva nell’ambulatorio del dottor Trout per un’operazione tutto sommato banale e… l’imprevisto accade. Due storie che si intrecciano, e ci insegnano qualcosa di nuovo sulla vita, sulla morte, il destino, la speranza, la perdita, la capacità di lottare e di ‘lasciare andare’, e soprattutto sulla forza dell’amore. Al di là dei luoghi comuni.
Dittatore, demone e demagogo. Domande e risposte su Adolf Hitler
Lingua: Italiano
Come mai tanti tedeschi si entusiasmarono per Hitler? Come mai raggiunse il potere con cosi tanti consensi? Quali erano le origini di Hitler? Visse veramente in un asilo per senzatetto a Vienna? Perché cancellò deliberatamente ogni traccia del suo passato? A sessant’anni dalla fine del nazismo, il mondo intero sta facendo ancora i conti con la sua eredità. In questo libro, Anna Maria Sigmund vuole ricondurre una delle espressioni storiche dei “male assoluto” alla sua quotidianità, alla sua banalità, alla sua normalità. E lo fa attingendo a quella sfera del privato sapientemente occultata dalla propaganda nazista che, viceversa, ha sempre offerto al pubblico delle immagini fasulle che ancora oggi esercitano una notevole influenza, impedendo, al contempo di comprendere come fu possibile che per anni persone del tutto normali accogliessero senza discutere la deriva nazionalsocialista. Sulla base di fonti edite e inedite, la Sigmund analizza quindi le origini del Führer, il suo periodo viennese, la sua renitenza al servizio militare in Austria, l’influenza che esercitò sugli altri, la sua ascesa e la trasfigurazione che di lui operò la propaganda.