Il Novecento segna, soprattutto nell’arte, un momento di grande rottura e disgregazione. Anziché rappresentare il mondo attraverso le alterne vicende degli stili, i nuovi linguaggi artistici navigano nel mare poco rassicurante di un pensiero che ha perduto i tradizionali riferimenti e che si prepara a penetrare nelle zone inesplorate della psiche e del subconscio. Il Novecento scopre l’ansia, la vertigine dell’anima, l’allucinazione, la disgregazione esistenziale, l’urlo ribelle, l’angoscia della solitudine. Attraverso 150 opere (Bacon, Burri, de Chirico, Dix, Dubuffet, Ensor, Freud, Giacometti, Kokoschka, Munch, Picasso, Schiele, Van Gogh) il volume è la storia del malessere che accompagna la moderna vicenda umana e creativa.