Una cronista “sui generis” della più grande tragedia che si sia mai abbattuta sul Polesine. Una cronista che a quei tempi seguiva i corsi di incisione di Morandi e, fresca di apprendistato artistico, lavorava specialmente sul segno. Ne nascono lavori di varia tecnica (carboncino, matita, penna, sanguinetto, incisione) dove, risolvendo il problema espressivo e linguistico, la Occari è riuscita paradossalmente a trovare per l’infinito una dimensione straordinariamente umana: fermare in questo suo diario dell’alluvione, più che le immagini, il senso di una strana serenità, quella appunto che segue al diluvio. Il volume è catalogo generale di tutte le incisioni di questa artista, le cui opere sono presenti in numerosi musei e istituti culturali.