Settembre 1976. Larry Mullen, quattordicenne di Dublino, ha una batteria ma non ha nessuno con cui realizzare il proprio sogno di far parte di una band. Mette un annuncio nella bacheca della scuola grazie al quale incontra tre nuovi amici: il bassista Adam Clayton, il chitarrista David Evans e il cantante Paul Hewson. Quasi trentacinque anni dopo, i quattro suonano ancora insieme, non più nei piccoli club di Dublino ma negli stadi di tutto il mondo. E nessuno chiama Paul Hewson e David Evans con i loro veri nomi: per tutti sono semplicemente Bono e The Edge. Questo libro racconta tutta la storia degli U2, dalla vittoria nel talent show che procurò al gruppo il primo contratto discografico, al successo mondiale arrivato nel giro di pochi anni dall’esordio, dai concerti a favore di Amnesty International al sostegno a cause come la cancellazione del debito dei Paesi del Terzo Mondo, analizzando a fondo ciascun album e ciascuna canzone. Corredato da una dettagliata discografia comprendente anche “No Line on the Horizon”, l’ultimo album in ordine di tempo, cui è dedicato un intero capitolo, “U2. Una biografia musicale” è il libro ideale per chi vuole conoscere da vicino la band che con la sua musica ha segnato gli ultimi tre decenni della storia del rock’n’roll.
Negli sviluppi più recenti del dibattito economico, la relazione fra interdipendenza economica internazionale e vincoli alla libertà di scelta in materia di politica fiscale nazionale ha assunto rilevanza sempre più critica. A questo riguardo, nel volume vengono affrontate alcune tematiche di rilievo relative all’imposizione internazionale, come la tassazione delle imprese multinazionali, le regole e gli aspetti critici della tassazione del commercio elettronico e la relativa definizione di stabile organizzazione, nonché gli aspetti di tassazione ambientale connessi all’armonizzazione europea delle accise.
Durante il regime fascista, lo sport e lo spettacolo hanno svolto un ruolo fondamentale nella costruzione del consenso. Non a caso, a partire dagli anni Trenta si sviluppa anche in Italia il divismo, vale a dire la celebrazione e l’adorazione da parte del pubblico dei personaggi più famosi. Il Duce vede di buon occhio questo fenomeno, anche perché ne coglie appieno le potenzialità propagandistiche: le “stelle” possono essere usate come simbolo vivente della superiorità della razza italica e della grandezza del Fascismo. Al di là dei meriti artistici e sportivi, le stelle del Ventennio diventano la vetrina del Fascismo e, indipendentemente dalle posizioni politiche personali, sono strettamente legate al Regime: lo sostengono, lo abbelliscono, lo mistificano. Da queste considerazioni di fondo, nasce l’idea di ricostruire la vita di venticinque star del Fascismo: una quindicina del mondo dello spettacolo e una decina dello sport.
Elogio del politeismo. Quello che possiamo imparare dalle religioni antiche
Lingua: Italiano
Duemila anni di monoteismo ci hanno abituato a ritenere che Dio non possa essere se non unico, esclusivo, vero. Al contrario, il politeismo antico prevedeva la possibilità di far corrispondere fra loro dèi e dèe appartenenti a culture diverse (la greca Artemis alla romana Diana, l’egizia Isis alla greca Athena), ovvero di accogliere nel proprio pantheon divinità straniere. Questa disposizione all’apertura ha fatto sì che il mondo antico non abbia conosciuto quella violenza a carattere religioso che invece ha insanguinato, e spesso ancora insanguina, le culture monoteiste. È possibile attingere oggi alle risorse del politeismo per rendere più agevoli e sereni i rapporti fra le varie religioni?
Questa volta non c’è la terra a dare conforto con i suoi frutti, a parte brevi momenti in cui trovare ristoro fra le taverne di qualche approdo mediterraneo. Non ci sono donne da amare, per cui soffrire o duellare, ma soltanto bordelli dove riscaldare l’animo con il vino e con gli immancabili piaceri di una effimera compagnia. Non ci sono gli intrighi di corte, le congiure di palazzo, o le manovre dell’Inquisizione. C’è un periodo di stanza in una Napoli barocca e spagnola, alcune scaramucce con la gente del posto, i versi di don Francisco de Quevedo – per non perdere l’esercizio della lettura – una pericolosa lettera d’amore che riapre ferite lontane, e uno scontro a muso duro con un Alatriste più che mai pensieroso e solitario. Il resto è sole, vento, onde, isole e pirati, insenature e porti naturali, abbordaggi e duelli, in mezzo alla tempesta o alla bonaccia, con la salsedine appiccicata alla pelle e la prua a Levante. Imbarcato sulla Mulata, l’agile galea a ventiquattro banchi della flotta di Filippo IV, il giovane Iñigo si immerge nella dura vita militare e affronta le esperienze che lo porteranno a diventare uomo. Sotto la vigile presenza dell’amato capitano, di un compagno fedele e di un moro convertito, solcheranno i mari del Mediterraneo, a caccia dei corsari e degli inglesi, tra bordate e arrembaggi. Fino all’ultima battaglia, davanti a Iskenderun, dove, contro cinque galee turche, sarà il valore, o forse il caso, a decidere della vita e della morte.
L’ albero della discendenza. Clinica dei corpi familiari
Lingua: Italiano
La clinica psicologica si caratterizza per un atteggiamento mentale che ha a cuore la cura delle relazioni. All’interno di tale cura il “corpo familiare” occupa una posizione centrale nel senso che da lì può venire per i suoi membri tanto salute, quanto malattia. Sulla base di un lungo lavoro di ricerca e di intervento clinico l’autore evidenzia come tali prove abbiano a che fare con i passaggi generazionali nelle loro dimensioni etiche e affettive. Tramandare, trasmettere, elaborare e decidere diventano così le azioni cruciali da considerare nella clinica familiare. Vittorio Cigoli è professore ordinario di psicologia clinica delle relazioni di coppia e di famiglia all’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano.
Chi nutrirà il mondo? Manifesto per il cibo del terzo millennio
Lingua: Italiano
Una guerra nascosta distrugge ogni giorno il nostro pianeta. Da una parte, l’agricoltura delle multinazionali, degli espropri di intere regioni del globo, della pioggia spietata dei pesticidi e dei fertilizzanti, del monopolio di Ogm sempre più fragili e costosi, dell’abolizione sottaciuta di interi capitoli della Carta dei diritti umani. Dall’altra, l’agricoltura dei piccoli contadini, che in ogni parte del pianeta coltivano la loro terra nel rispetto dell’ecosistema e si fanno alleati della ricchezza silenziosa della biodiversità. Chi nutrirà davvero il mondo, le multinazionali o i piccoli contadini? La risposta di Vandana Shiva è molto netta. Non saranno i grandi brand del settore agroalimentare. Sarà la miriade di progetti socialmente, economicamente, ecologicamente sostenibili, ormai diffusi ovunque nel mondo. Saranno le risorse spontanee di un’agricoltura libera dalla gabbia delle monocolture e restituita all’equilibrio della natura e della biodiversità. Vandana Shiva ci regala in queste pagine un manifesto unico al mondo, che condensa con inedita chiarezza e radicalità trent’anni di ricerche e coraggiose realizzazioni sul campo. Un manifesto che esce in prima edizione mondiale in Italia, paese ospitante dell’Expo dal tema: “Nutrire il pianeta, energia per la vita”.
Ad aprire la nuova avventura investigativa di Marco Didio Falco, l’infallibile e scapestrato informatore di Vespasiano, è una richiesta d’aiuto davvero insolita: Gaia Lelia, una bambina di soli sei anni, si rivolge a lui terrorizzata perché qualcuno avrebbe intenzione di ucciderla. Gaia appartiene a un’illustre famiglia romana e lei stessa è candidata a entrare a far parte dell’ambito collegio delle vergini vestali. Nessuno crede alla storia della bambina, a cominciare da Falco, che, reduce dalla sua ultima indagine in terra africana, è completamente assorbito da ben altri pensieri. Per premiare i suoi servigi, l’imperatore lo ha infatti investito di una carica cerimoniale che lo eleva alla tanto agognata classe media. Peccato che la carica in questione sia quella di Procuratore del Sacro Pollame, responsabile delle oche sacre del Campidoglio. Falco sta ancora riflettendo sul presunto carattere onorifico delle sue nuove mansioni bucoliche, quando gli eventi precipitano: Gaia Lelia scompare misteriosamente e il suo caso è forse collegato a un enigmatico omicidio con occultamento di cadavere che ha luogo nel bosco sacro dei fratelli arvali. In preda ai sensi di colpa, l’investigatore è presto chiamato a gettare luce sulla vicenda, che questa volta gli svela i retroscena degli impenetrabili ambienti sacerdotali. Ma ritrovare Gaia si rivelerà una delicata lotta contro il tempo e una pericolosa partita con l’ignoto, che condurrà Falco a mettere a repentaglio la sua stessa vita.
Paolo Signorelli, dall’Intifada antiamericana del ’45 alla fondazione di Ordine Nuovo, dagli scontri di piazza per Trieste e Budapest all’arresto nell’agosto 1980 con l’accusa di essere il Grande Vecchio dell’eversione nera. Dieci anni di galera, decine di penitenziari e di processi, tre ergastoli poi cancellati insieme a ogni imputazione. Dapprima docente di filosofia, poi imputato di professione, infine disoccupato di stato. Mai di destra, sempre antagonista e irriducibile della lotta politica; “Paolo Signorelli, presente!” come urlavano un tempo i camerati. Con una differenza: oltre a essere presente, è vivente. E testimone di sessant’anni di lotta radicale.
Architettura, Chiesa e società in Italia (1948-1978)
Lingua: Italiano
Nei primi trent’anni dell’Italia repubblicana, la costruzione di chiese è un fenomeno che s’intreccia con processi storici diversi: la ricostruzione, il boom economico, la conflittualità politica, la crescita delle città e delle periferie, ma soprattutto il rinnovamento ecclesiale che trova un nodo di svolta nel Concilio Vaticano II e nella sua prima recezione. Il volume, che raccoglie due saggi di Carlo Tosco e Andrea Longhi, si propone d’indagare l’architettura di alcune chiese italiane nel proprio contesto, tentando di restituirne la densità del vissuto liturgico, comunitario e sociale. L’opera di alcuni progettisti chiave del dopoguerra (Quaroni, Michelucci, Muratori, Figini e Pollini, Gabetti e Isola, i fratelli Castiglioni) e gli interventi edilizi più rilevanti promossi dalla Chiesa italiana e dalle associazioni cattoliche vengono letti alla luce del pensiero di alcuni protagonisti della vita ecclesiale (da don Milani e don Mazzolari a Luigi Gedda e Carlo Carretto) e del magistero pontificio (da Pio XII a Paolo VI). Un’attenzione particolare ai percorsi di committenza e di realizzazione consente di mettere in luce aspetti poco indagati del rapporto tra Chiesa italiana e cultura architettonica, tra vita liturgica ed autocomprensione ecclesiologica delle comunità.